venerdì 23 luglio 2010

Odette Toulemonde

Odette Toulemonde è una deliziosa e solare quarantenne, un po' Cenerentola e un po' Mary Poppins. Vedova con due figli a carico, lavora come commessa nel reparto maquillage di un grande magazzino e, nel poco tempo libero che riesce a ritagliarsi, ama perdersi nelle pagine dei romanzi del suo scrittore preferito, l'uomo dei suoi sogni, l'artefice del suo smisurato ottimismo. Grazie a lui Odette riesce a dimenticare ogni problema, a fuggire in un'altra dimensione, a sentirsi la protagonista di una favola romantica d'altri tempi. A volte riesce ad essere talmente felice da spiccare il volo e arrivare in alto, su nel cielo, volteggiando leggiadra e impalpabile nell'aria come le piume colorate che di sera applica sui costumi delle ballerine delle riviste. Odette non avrebbe molto di cui essere allegra, ma nonostante tutto lo è, al contrario del fascinoso scrittore parigino Balthazar Balsan, ricco e famoso ma, come ogni artista, spesso triste e insicuro. Sulla carta i due non hanno niente in comune, ma nella vita, come nelle favole, tutto può succedere…
Quante volte abbiamo sognato di incontrare di persona il nostro scrittore preferito e di esprimergli tutta la nostra gratitudine per i bei momenti che ci ha regalato? In questa minuscola delicata storia d'incanto e felicità si parla di simbiosi letteraria, quella che lega lo scrittore ai propri ammiratori, persone del tutto sconosciute, diverse tra loro, spesso fanatiche e assai distanti dai suoi gusti e dal suo modo di essere. Una storiella tanto comica quanto fantastica sull'imprevedibilità dell'amore, sull'incontro tra due naufraghi della vita, uno troppo ottimista l'altro troppo pessimista, nata dalla penna del pluripremiato drammaturgo francese Eric-Emmanuel Schmitt, lo stesso di Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano. Odette Toulemonde è dunque l'appassionato (e semi-autobiografico) omaggio di uno scrittore al 'mestiere di leggere', al trasporto fisico e mentale che da anni i suoi lettori dimostrano nei confronti suoi delle sue opere teatrali e letterarie.
Qualcuno forse storcerà il naso per l'eccessivo buonismo di fondo o per qualche eccesso naif dei personaggi, ma sono errori veniali tutto sommato scusabili, soprattutto se consideriamo che Schmitt è al suo esordio assoluto alla regia e che ha scritto questo racconto 'di nascosto', in un periodo di repressione artistica in cui rigidi vincoli contrattuali lo costringevano a concentrarsi 24 ore su 24 su un'altra storia. Scandito dalla sfiziosa colonna sonora scritta da Nicola Piovani e interpretato da due ottimi attori, Odette Toulemonde suona come grido di ribellione alla negatività e rappresenta uno dei rarissimi esempi di come il cinema possa fungere da ispirazione per la letteratura, e non solo prenderne spunto.
Un toccasana per il cuore e per l'anima, come un dolcetto al cioccolato in un momento di tristezza. Consigliato a chi ama il cinema francese e la sua inconfondibile levità.


Mentre lo vedevo.....pensavo...se succede a me...che incontro BIAGIO..lo ospito a casa mia..cucino per lui..mi viene a prendere in ufficio..lo accompagno ai concerti dove ci sono tutte quelle carampane che urlano attaccate alla transenna ( quello che facciamo io e la Lella ) !!!!! BIAGIO BIAGIO BIAGIO BIAGIO...ma io ho il mio principe...e B è solo la colonna sonora di questa favola.

Ora mi sto appassionando ai film francesi...ne ho scaricati un pochino..in italiano e in francese....vedremo se li capisco..sono diversi dai nostri italiani...

Cricetina

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