martedì 1 marzo 2011

127 ore intrappolato nel canyon

Domenica c siamo visti questo bel filmetto, si cè piaciuto tanto, anche se onestamente trovarsi in quella situazione io credo che darei di matto...e nn saprei cosa farei!!! Io l ho subito paragonato a Buried che nn c ha fatto impazzire, anzi, sarà che io inizio subito a pensare a quanto inizierei a gridare in una situazione del genere ( forse a volte dovrei pensare molto meno ) quindi film con minimi attori e solo un luogo di scena.
TRAMA:
L'intreccio s'ispira alla vera storia di Aron Ralston, amante degli sport estremi in particolare quelli di montagna, che durante una gita solitaria nel canyon resta vittima di un crollo: una roccia s'incastra tra le pareti e gli blocca la mano. E Aron nelle profondità della valle, per il tempo del titolo, deve cercare di liberarsi e sopravvivere. Ce la farà – e non è spoiler, basta cercare su Internet –, ma non a buon mercato. L'avventura terribile di Ralston diventa per Boyle l'occasione di dare il massimo movimento e ritmo a un racconto immobile, senza ricercare la claustrofobia come in Buried ma usando la sceneggiatura scritta assieme al fidato Simon Beaufoy per riflettere sui limiti dell'uomo e del cinema.
Una celebrazione dello spirito umano, del confronto con la natura estrema, ma anche dei complessi legami tra l'essere umano, il proprio corpo e la propria mente che Boyle prende a prestito per raccontare una parabola umana attraverso una parabola delle immagini: grazie infatti alla perfetta fotografia in digitale di Anthony Dod Mantle e Enrique Chediak e al montaggio di Jon Harris, 127 ore sperimenta formati, tecniche di ripresa, angoli d'inquadratura per rendere visiva un'esperienza che spazia dall'immensamente grande all'immensamente piccolo.
Tratto da una storia vera, http://it.wikipedia.org/wiki/Aron_Ralston
Sara Cricetina

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